2.1.5.2 Apparecchiature di controllo pneumatico

I COMPRESSORI - Compressore alternativo
I COMPRESSORI - Compressore rotativo a vite elicoidale
I COMPRESSORI - Compressore rotativo a lobi tipo Root
E’ un compressore poco utilizzato per le modeste prestazioni, produce infatti pressioni fino ad un massimo di 3 bar con scarse portate. Due ingranaggi sono rigidamente assemblati su ognuno dei due lobi e liberi di ruotare. Ruotando aspirano l’aria e la convogliano dall’ingresso alla mandata. L’accoppiamento tra i due lobi e molto preciso cosa che non permette trafilamenti tra ingresso ed uscita. La compressione non avviene nella camera ma in mandata e questo spiega la scarsa capacita di fornire pressioni relativamente alte.
L'IMPIANTO DI GENERAZIONE DELL'ARIA COMPRESSA - Essiccatori  a ciclo frigorifero
L'IMPIANTO DI GENERAZIONE DELL'ARIA COMPRESSA - Essiccatori  ad adsorbimento
CILINDRI A SEMPLICE EFFETTO
Un cilindro a semplice effetto sviluppa la spinta in una sola direzione. Lo stelo si riposiziona nella condizione di riposo per mezzo dell’azione di una molla o per l’azione di una forza esterna. Si distinguono in cilindri a semplice effetto in spinta o in trazione. Sono utilizzati per applicazioni quali serraggi, espulsioni pressature etc. quindi senza carichi ancorati al filetto dello stelo. La molla infatti e dimensionata solo per riposizionare l’equipaggio stelo/pistone.
Si ricorda che i cilindri a semplice effetto sono limitati nella corsa proprio per la presenza della molla che per propria natura non consente lunghezze illimitate e deve comunque essere alloggiata all’interno del cilindro stesso. Tranne casi particolari sono di piccolo alesaggio con corse brevi.
CILINDRI A DOPPIO EFFETTO
Questo tipo di attuatore sviluppa una forza sia in spinta che in trazione inviando pressione alternativamente ai due lati del pistone. La forza in spinta e quella in trazione sono di diverso valore come già detto. Le applicazioni sono di diverso tipo ed, in questo caso, il carico può essere vincolato allo stelo. Dimensionando l’apparecchio in maniera corretta è possibile movimentare il carico applicato controllando facilmente la velocità.  Nei cilindri, in generale, il compito di fermare il carico viene affidato alle testate, che rappresentano il riscontro meccanico di fine corsa. Le immagini mostrano due differenti sistemi per attutire l’energia cinetica finale affinché le testate non subiscano danni nell’impatto. Il sistema più efficace è sostituito da un cuscino d’aria che frena negli ultimi centimetri la corsa del pistone. Nei cilindri di piccole dimensioni, oppure quando le velocità in gioco non sono elevate, si possono utilizzare rondelle elastiche montate ai lati del pistone. Le corse, nei cilindri a doppio effetto possono essere notevolmente lunghe sempre che siano compatibili con l’applicazione meccanica.
 Senza ammortizzatore
 Con ammortizzatore
CILINDRI A DOPPIO EFFETTO - Ammortizzo a cuscino d’aria
I cilindri pneumatici sono in grado di sviluppare velocità elevate e le forze d’urto al termine della corsa possono essere di notevole entità. Come accennato, l’urto di fine corsa e smorzato mediante l’uso di un cuscino d’aria che riduce la velocità del pistone in prossimità della fine della corsa.
ATTUATORI ROTANTI - Cilindri con rocchetto e cremagliera
Un esempio di cilindro con rocchetto e cremagliera è riportato nello schema funzionale a fianco. In questo caso, cremagliera e rocchetto sono all'estremità dello stelo del cilindro: lo stelo è prolungato e su di esso è ricavata una dentatura piana, la cremagliera, che si impegna su una ruota a dentatura esterna, il rocchetto R, solidale con l'albero di uscita. Nello schema è visibile anche una rotella S che ha la funzione di controbilanciare le spinte radiali che nascono dallo scambio delle forze tra cremagliera e rocchetto. L'albero di uscita ruota in senso antiorario durante la corsa di fuoriuscita del pistone e nel verso opposto durante la corsa di rientro. L'entità degli spostamenti dipende dalla corsa del cilindro e normalmente si hanno cilindri con rotazioni angolari di 45°-90°-180°-270°. Un altro tipo di cilindro rotativo è rappresentato nell'immagine a lato. Questo comprende un corpo centrale da cui sporgono due cilindri, uno per parte, entro cui scorrono due stantuffi collegati da uno stelo comune. 
Sullo stelo è ricavata una dentiera che si impegna su un rocchetto solidale con l'albero di uscita. Nel cilindro della figura questo è provvisto di sede per chiavetta per il collegamento dell'organo comandato. Ponendo in pressione una camera esterna gli stantuffi si spostano e la forza prodotta viene trasmessa all'albero di uscita tramite gli ingranaggi. Il sistema è ovviamente fornito di ammortizzo pneumatico al fine di evitare urti indesiderati.
ATTUATORI ROTANTI - Cilindri con rocchetto e cremagliera
Un'altra versione è quella riportata nella figura sottostante, che prevede l'utilizzo di due pistoni. Per ottenere la rotazione del rocchetto, collegato con l'albero di uscita, occorre alimentare una camera e contemporaneamente mettere in scarico la camera dell'altro cilindro. Il pistone con la camera allo scarico è riposizionato dalla medesima rotazione del rocchetto provocata dall'altro cilindro.
L'angolo di rotazione dipende dalla corsa dei pistoni, mentre il momento torcente, oltre che dalla pressione e dall'area utile dello stantuffo, dipende dal raggio primitivo del rocchetto. Tale cilindro viene molto spesso utilizzato per la rotazione delle valvole a sfera.
ATTUATORI ROTANTI - Attuatori rotanti del tipo a paletta
Altri attuatori di tipo rotativo sono gli attuatori a palette (o palmole). Essi sono costituiti da un rotore che può muoversi di un certo angolo in una sede cilindrica. Il fluido in pressione genera il moto rotante oscillante agendo alternativamente su una paletta solidale all'albero. Ne esistono di due tipi: ad una paletta e a due palette. Nel tipo ad una paletta, di cui uno schema funzionale è riportato qui sotto, il rotore presenta una sporgenza, la paletta 1, mentre sulla sede è ricavato un risalto 2. Tra la paletta e la sede e tra il rotore e la sede sono presenti delle guarnizioni, per isolare le due camere. Collegando il condotto di sinistra con una linea in pressione e l'altro condotto con lo scarico, si ottiene la rotazione antioraria del rotore; per ottenere la rotazione in senso inverso occorre collegare in modo inverso i condotti. Nel tipo a due palette vengono delimitate 4 camere distinte, che si vengono a creare per la presenza di due palette sfasate tra loro di 180°. In questo caso ci sono 4 condotti: per ottenere la rotazione in un verso vengono alimentati due condotti contrapposti tra loro e messi a scarico i due rimanenti, mentre per ottenerla nell'altro verso, si invertono alimentazione e scarico. Con l'attuatore a due palette si ottiene, a parità di altre condizioni, una coppia maggiore, dovuta alla maggiore area di spinta, e un migliore bilanciamento.
SENSORE AD EFFETTO DI HALL
Inoltre i sensori ad effetto di Hall si suddividono anche in base al comportamento in relazione alla presenza del campo magnetico esterno. In particolare il sensore:
– consente il passaggio di corrente solo in assenza del campo magnetico N.C. (normalmente chiuso)
– consente il passaggio di corrente solo in presenza del campo magnetico N.O. (normalmente aperto)
Nota bene: l’elettronica collegata all’interruttore introduce una caduta di tensione. A causa di questa caduta si raccomanda particolare attenzione all’utilizzo in serie di più sensori. Gli schemi mostrano il differente collegamento del carico (LOAD) nelle due versioni.
Azionamento cilindro pneumatico con una valvola 5/2 con azionamento aria e aria da due valvole 3/2 vie
Azionamento cilindro pneumatico con una valvola 5/2 con azionamento aria e aria + molla da due valvole 3/2 vie
Azionamento cilindro pneumatico con una valvola 5/2 con azionamento aria e molla da una valvola 3/2 vie
POMPE PNEUMATICHE
Molteplici sono i tipi di pompe funzionanti ad aria compressa, quelle che troviamo nell’utilizzo di bordo sono quelle a membrana per il travaso di fluidi da una cassa di contenimento all’altra. Sono pompe molto utili, ne esistono versioni molto maneggevoli per il facile trasporto e si inseriscono bene in una vasta gamma di liquidi pompabili grazie ai materiali di cui la pompa stessa è composta. Nel video ne osserviamo una per comprendere meglio il suo funzionamento, si tratta di una pompa di tipo volumetrico alternativo.
VALVOLE DI REGOLAZIONE PNEUMATICHE

Nessun commento:

Posta un commento