IL TRASFORMATORE – UN PO’ DI STORIA
Per
primo alla scoperta si avvicinò Faraday durante gli esperimenti che stava
mettendo in atto per studiare i fenomeni dell’induzione elettromagnetica.
Faraday per il suo esperimento utilizzò un anello di ferro e due bobine di filo
isolato. La bobina primaria era collegata ad una batteria, la bobina secondaria
ad un galvanometro. Il galvanometro registra correnti di modesta entità che
scorrono in un conduttore e l’ago indica anche la direzione della corrente.
Faraday
osservò che nel momento in cui la bobina primaria veniva collegata con la
batteria, il galvanometro segnava un breve impulso di corrente nella bobina
secondaria, ma con sua grande sorpresa l’ago tornava immediatamente a zero
indicando che la corrente si era interrotta.
Tuttavia
quando la bobina primaria veniva scollegata di nuovo veniva brevemente rilevato
un passaggio di corrente nella bobina secondaria questa volta nella direzione
opposta.
Modificando la corrente nella bobina
primaria in qualche modo si induce una corrente nella bobina secondaria.
Faraday
capì che il collegamento alla bobina primaria con la batteria genera un campo
magnetico all’interno dell’anello di ferro.
Il campo magnetico interno all’anello man
mano che si intensifica, induce una corrente nella bobina secondaria.
Quando raggiunge la massima intensità, il
campo non subisce più variazioni nella bobina secondaria.
Il
risultato è che nella bobina secondaria la corrente non scorre più. Quando la
bobina primaria viene scollegata il campo magnetico generato si annulla.
Annullandosi il campo magnetico induce nuovamente un campo magnetico nella
bobina secondaria, questa volta in direzione opposta. L’apparecchio di Faraday
oggi si chiamerebbe trasformatore.
Rivediamo
con un’animazione quanto detto prima. Un
avvolgimento detto primario, è collegato alla rete elettrica di alimentazione,
l’altro, detto secondario, invece è quello che eroga energia con i fattori di
potenza diversi da quelli del primario. Su due lati del nucleo sono avvolti due
circuiti fatti di metallo conduttore. Infatti, il circuito primario collegato
al generatore, induce nel materiale di cui è costituito il nucleo un campo
magnetico variabile. Questo campo raggiunge l’interno del primario. Su due lati
del nucleo sono avvolti due circuiti fatti di metallo conduttore. Infatti, il
circuito primario collegato al generatore, induce nel materiale di cui è
costituito il nucleo un campo magnetico variabile. Questo campo raggiunge
l’interno del circuito secondario, inducendo in esso forze elettromotrici e
correnti.
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